Chi sono

Di  Genova, classe 1947, è biblista, scrittore e saggista.  Nella sua formazione alla ricerca dell’Assoluto, ha pellegrinato da Genova a Verona (Seminario per l’America Latina), da Milano (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale) a Gerusalemme (Studium BIblicum Franciscanum). Qui ha vissuto quasi cinque anni (1998-2002) tra il monte degli Ulivi e Betania, ospite dei Silenziosi Operai della Croce, presso la Casa “Mater Misericordiae” nel villaggio di Bètfage, da dove Gesù parti per la processione delle Palme nel contesto di una festa ebraica di Sukkôt. Il villaggio di Bètfage in Gerusalemme est è sotto amministrazione palestinese, ma occupato permanentemente da Israele.
Presso lo Studium Biblicum Franciscanum ha riordinato ancora una volta in forma curricolare gli studi biblici, conseguendo la doppia licenza in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Il suo campo di studio e di ricerca sono le lingue bibliche: ebraico, aramaico e greco ellenistico. Da anni sta lavorando ad una grammatica greca di tutta la Bibbia (Antico e Nuovo Testamento). Convinto assertore della «ebraicità» del cristianesimo, divulga con scritti e conferenze la necessità per i cristiani di attingere alle fonti giudaiche per assaporare il vangelo in tutta la sua sapienza (v. Bibliografia).
Con le Edizioni Dehoniane di Bologna ha pubblicato nel 1982 lo studio biblico-pastorale Matrimonio, due libertà che camminano insieme. Con l’Editoriale Adelphi di Milano ha pubblicato nel 1999 un romanzo storico-teologico su un utopico papato modellato sulla figura di Francesco di Assisi, Habemus papam, Francesco. Sulla rivista «La Sapienza della Croce», specializzata in staurologia,  ha pubblicato due studi biblici con riferimento alla esegesi giudaica e patristica; tiene una rubrica biblica fissa sulla Rivista «Missioni Consolata» (= MC) di Torino sulla quale scrive anche di attualità, specialmente sul giudaismo e il Medio Oriente.
Dal 2005 vive a Genova, dove è parroco della chiesa S. Maria Immacolata e San Torpete nel centro storico di Genova, una parrocchia senza territorio e, di fatto, senza parrocchiani (v. La Chiesa di San Torpete), divenuta oggi a Genova un centro vivo di molteplici interessi. Oltre agli studi di ricerca biblica, si occupa di divulgazione della cultura in ambito storico, letterario, musicale, liturgico e teologico. A questo scopo viaggia per conferenze, presentazione libri e formazione biblica.
Paolo Farinella, prete è uno strenuo assertore dell’ultimo concilio che per altro ritiene superato: egli infatti auspica e lavora per l’avvento di un prossimo concilio che porti a compimento le riforme iniziate, ma incomplete del Vaticano II e di Paolo VI. Si oppose come «obiettore di coscienza» al motu proprio «Summorum Pontificum» con cui Benedetto XVI, il 14 settembre 2007, Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, liberalizzò il rito tridentino della Messa e dei sacramenti, aprendo così una insanabile frattura nel cuore stesso della Chiesa e dando una formidabile spinta alla deriva della chiesa istituzionale che guarda al passato, incapace di sapere vedere i segni dei tempi e lo Spirito Santo in azione ai nostri giorni e nei giorni del futuro.
Paolo Farinella, prete cattolico dal cuore laico, rappresenta solo se stesso e quindi parla solo da sé stesso, senza alcuna pretesa di insegnare qualcosa a qualcuno. Consapevole di esporsi, come ha sempre fatto nella sua vita, mette in pubblico il suo pensiero, il suo cuore e la sua fede, firmandosi sempre. Chi condivide ne gioisca per la comunione, chi non condivide ne gioisca lo stesso per la pluralità che è possibile nella Chiesa, osservando sempre il criterio di «discernimento» suggerito dall’apostolo Paolo: «Vagliate quindi ogni cosa, e ritenete il bello/buono» (1Ts 5,21).
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